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GHE. |
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TOR. |
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GHE. |
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TOR. |
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GHE. |
Posso veder? |
TOR. |
No ancora. |
GHE. |
Vi prego, qualche cosa. |
TOR. |
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GHE. |
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TOR. |
Quest'è in voi, compatite, stucchevole difetto. |
GHE. |
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TOR. |
Saper con discrezione. Tutto ha i limiti suoi. |
GHE. |
Dunque voi non volete ch'io veda niente, niente? |
TOR. |
Per carità... La testa mi scaldo facilmente. Per or non m'inquietate; lo vederete poi. |
GHE. |
Sarò il primo? |
TOR. |
Il sarete. |
GHE. |
Ben, mi fido di voi. Ma ditemi soltanto, s'è ver quello ch'io credo, Che riformate il vostro bellissimo Goffredo. |
TOR. |
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GHE. |
Cotesta è una pazzia. |
TOR. |
Il Cavalier del Fiocco, l'acerrimo cruscante, Fin qui è venuto a farmi il critico, il pedante; E tanto a danno mio, tanto ha egli fatto e detto, Che puote il mio poema far passar per scorretto. Il Duca mio signore protegge il mio nemico: Di lui parlar non oso, il destin maledico. Pochi ignoranti, ch'hanno l'adular per mestiere, Sogliono far per gala la corte al forestiere, Ed ei l'adulazione paga d'egual moneta; L'un dando all'altro il nome d'altissimo poeta, |