Carlo Goldoni
Torquato Tasso

ATTO PRIMO

SCENA DECIMA

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SCENA DECIMA

 

Don Gherardo e detti.

 

GHE.

(Che parlin di Torquato? voglio sentirli un poco).

CAV.

Ma ritorniamo a bomba.

D.EL.

A bomba?

CAV.

Sì, al proposito.

Tosto nel primo verso v'incalma uno sproposito.

Canto l'armi pietose. Se dritto il ver si esamina,

Pietosa non può dirsi cosa che non ha l'anima;

Dicendo l'armi pie, detto avrebbe benissimo.

Gli epiteti confonde lombardo ignorantissimo

D.EL.

Orsù, signor cruscante, signor infarinato,

Favorisca per grazia di rispettar Torquato.

Parmi, per dir il vero, un poco troppo audace

Chi sprezza in casa d'altri cosa che preme e piace.

GHE.

(Preme e piace Torquato dunque alla mia signora.

Sarà del buon poeta l'adorata Eleonora). (da sé.)

MAR.

Sì, Cavalier, voi troppo siete in lodar restio:

Torquato è un uom valente, e lo difendo anch'io.

GHE.

(A confondermi torno).

CAV.

Per lui, signore, io dubito

Passione in voi soverchia.

D.EL.

Tacete.

CAV.

Taccio subito.

Lo so che anfana a secco, so che in arena semina,

Chi l'ostinazione vuol guarir nella femmina. (parte.)

 

 

 


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