Carlo Goldoni
Torquato Tasso

ATTO SECONDO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Torquato solo, poi Targa.

 

TOR.

Del consiglio del Duca chi sa cagion non sia

Il madrigale, in cui svelo la fiamma mia?

Geloso è don Gherardo del nome d'Eleonora,

Geloso esser il Duca può di tal nome ancora.

L'uno la moglie, l'altro la favorita ha in cuore:

Ambi di me nemici resi da un solo amore.

Se mi dichiaro, acquisto d'uno la grazia, è vero;

Ma l'altro da me offeso sarà meco più fiero.

Parmi miglior consiglio lasciarli nell'inganno,

Dividere il sospetto, dividere l'affanno,

E procurar, per quanto potrà la forza mia,

Scacciar dell'un dell'altro dal cuor la gelosia.

TAR.

Signor, siete richiesto.

TOR.

Chi mi vuole?

TAR.

Una bella

Che chiamasi Eleonora.

TOR.

Qual di lor? (con agitazione.)

TAR.

La donzella.

TOR.

(Oimè, scuoter m'intesi tutte le fibre al petto). (da sé.)

TAR.

Cosa ho da dirle?

TOR.

Aspetta. (pensando.)

TAR.

Picchiano.

TOR.

Aspetta.

TAR.

Aspetto.

TOR.

Dille che venga.

TAR.

Bene. E quel ch'ora ha picchiato?

TOR.

Chi sarà?

TAR.

Lo vedremo.

TOR.

Di' che non son tornato.

TAR.

Ho inteso, sì signore; mi basta una parola.

(L'amico coll'amica vuol star da solo a sola). (da sé, e parte.)

 

 

 


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