Carlo Goldoni
Torquato Tasso

ATTO QUARTO

SCENA TERZA

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SCENA TERZA

 

Sior Tomio e don Gherardo.

 

TOM.

Dove vala? la senta. Ih ih, la xe scampada.

La marchesa Leonora? per diana, l'ho trovada.

Questa xe giusto quella che ha innamorà Torquato.

GHE.

(Oh, non ho inteso bene. Tardi sono arrivato).

TOM.

(Velo qua un'altra volta).

GHE.

(Quello che non ho inteso,

Posso saper da lui. Ma no, troppo m'ha offeso).

TOM.

Patron mio riverito.

GHE.

Servitor suo devoto.

TOM.

Stala ben? vala a spasso?

GHE.

Faccio un poco di moto.

Tutto 'l alla catena...

TOM.

Tutto el sfadigar...

GHE.

(Dissimular Conviene).

TOM.

(El vien dolce, me par).

GHE.

Quella gentil signora, che or or da qui è partita,

La conoscete?

TOM.

Poco.

GHE.

È una dama compita.

TOM.

Certo me par de sì.

GHE.

Con voi non ha parlato?

TOM.

La m'ha parlà.

GHE.

V'ha detto qualcosa di Torquato?

TOM.

Ella no ha dito gnente, anzi la m'ha negà;

Ma da vari discorsi qualcossa ho combinà.

El nome, la fegura, el parlar tronco e scuro,

El sito, la premura... la xe quella seguro.

GHE.

Quale?

TOM.

Quella, compare... No so se m'intendè.

L'amiga de Torquato.

GHE.

Così pare anche a me.

TOM.

L'ha dito el Cavalier, l'ha dito qualcun altro.

Senz'altro la xe questa.

GHE.

Questa sarà senz'altro.

Se il Cavalier l'ha detto, il Cavalier saprà,

Forse dal Duca stesso, tutta la verità.

TOM.

Vu nol savè de certo?

GHE.

Non ero ancor sicuro.

Son un che i fatti altrui di saper non mi curo;

Però questa tal cosa mi divertimento,

Ma di quel che ho saputo non sono ancor contento.

A ritrovar il Duca ora vo presto presto:

Da lui vuò far di tutto di risapere il resto;

E per tirarlo a dirmi quel che saper mi preme,

Gli narrerò il discorso che abbiamo fatto insieme.

TOM.

Ma no vorria...

GHE.

Tacete, lasciate fare a me.

Torquato è amico vostro, un galantuomo egli è.

Fo per fargli del bene; per altro, lo ridico,

Della curiosità son mortale nemico. (parte.)

 

 

 


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