Carlo Goldoni
Torquato Tasso

ATTO QUARTO

SCENA DECIMA

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SCENA DECIMA

 

Targa e detti.

 

TAR.

Signor. (frettoloso.)

TOR.

Che nuova c'e?

TAR.

Nuova funesta e ria.

TOM.

Cossa vuol dir?

TOR.

Via, parla.

TAR.

Vi conviene andar via. (a Torquato.)

TOR.

Come? perché?

TOM.

Contème, cossa xe mai successo?

TAR.

Del padron nelle stanze evvi del Duca un messo:

Ei v'aspetta, signore, e ho ordine di dirvi

Che in tempo di tre ore dobbiate dichiarirvi

In certo madrigale qual sia la donna intesa,

O andar da questo stato dobbiate alla distesa.

TOM.

Se qua volè restar, sto amor convien scovrirlo.

TOR.

Non si sa, non si sappia. Morirò pria di dirlo.

Dov'è costui? (a Targa.)

TAR.

V'aspetta.

TOR.

Vattene via di qua.

TAR.

Signor, badate bene che il cervello sen va.

TOR.

Ah temerario...

TOM.

Zitto, bisogna respettarlo.

Col paron no se burla.

TAR.

M'ha detto d'avvisarlo.

M'ha detto ch'io lo desti, quando il cervel gli frulla,

Ma parmi ogni peggio. Con lui non si fa nulla. (parte.)

 

 

 


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