D.EL.
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Mi rallegro con voi. Dunque il tempo s'appressa,
Che passar vi vedremo al grado di Duchessa.
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MAR.
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Non per il van desio di titolo sovrano,
Al Principe ho risolto di porgere la mano;
Ma ai replicati assalti di lui, ch'è mio padrone,
Ho condesceso alfine per più onesta ragione.
Sospetta di Torquato, crede ch'io l'ami, e freme:
Il misero poeta soffre, sospira e teme.
Parla di noi la Corte, mormora il mondo audace;
Quando mi sposi al Duca, ognun si darà pace.
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D.EL.
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Il fin per cui lo fate, è onestissimo, il veggio;
Basta che poi, sposata, non dicano di peggio.
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MAR.
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No, amica, l'onor mio non è in sì poca stima.
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D.EL.
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Soggetta a tai disgrazie non sareste la prima.
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GHE.
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(Entra nella camera, e vedendo le due che parlano, si
trattiene in disparte per ascoltare.)
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MAR.
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Che perdanmi il rispetto sì facile non è.
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D.EL.
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Anch'io son conosciuta, e han detto anche di me.
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GHE.
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(Che parlan fra di loro?) (accostandosi un poco.)
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MAR.
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È vero, e a dir io sento
Che han di voi sospettato senz'alcun fondamento.
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D.EL.
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Dirò: per me Torquato ha della stima in cuore;
È facile la stima interpretarsi amore.
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MAR.
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(L'ambizion la seduce).
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GHE.
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(Non intendo parola).
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MAR.
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Torquato il suo rispetto non mostrò per voi sola.
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D.EL.
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Né sol per voi.
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MAR.
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Gli è vero, ma di me parla il mondo.
Dite, s'inganna forse?
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D.EL.
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Non so, non vi rispondo.
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GHE.
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(Se non sento, patisco). (s'accosta un altro poco.)
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MAR.
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Dite liberamente...
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D.EL.
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Io non saprei che dirvi. Dubbio è ciò che si sente.
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MAR.
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È ver, ma si potrebbe... (È qui vostro marito). (piano.)
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D.EL.
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(Sarà qui ad ascoltarci. Vuò trargli l'appetito). (piano.)
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MAR.
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(Cosa non è ben fatta)... (piano.)
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D.EL.
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D'amore in testimonio, (principia
a parlar forte.)
Mi consolo con voi del vicin matrimonio.
Vuò darvi un buon consiglio da usar col vostro sposo:
Fatelo disperare quand'ei fosse curioso;
Se vuol sentir che dite, se vuol veder che fate,
A rispettar impari le femmine onorate.
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GHE.
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(Si ritira un poco.)
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D.EL.
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E quando in lui cadessero di voi falsi sospetti,
Trattatelo qual merta, fategli dei dispetti.
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GHE.
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(Si ritira ancora.)
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D.EL.
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In questa guisa, amica, si troverà la strada
Di chiarire i curiosi.
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GHE.
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(Megli'è che io me ne vada). (da
sé, volendo partire.)
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MAR.
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(Parte). (piano a donna Eleonora.)
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D.EL.
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(L'ho fatto apposta).
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MAR.
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Torquato in questo loco? (osservando
la scena.)
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D.EL.
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Che mai vorrà?
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GHE.
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(Torquato? voglio ascoltare un
poco). (da sé; torna indietro, e si ricovera in un'altra stanza.)
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