Carlo Goldoni
Torquato Tasso

ATTO QUINTO

SCENA SESTA

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SCENA SESTA

 

Donna Eleonora, sior Tomio, don Fazio.

 

TOM.

Tolè su, co sto garbo l'è andà via, el n'ha impiantà;

L'ha sentio el forestier. Tutta curiosità.

FAZ.

Chisso è no lazzarone, chisso è no malcreato;

Co mico non ce parla. Pozz'essere afforcato.

D.EL.

Sparlar de' galantuomini l'onestà non insegna.

S'egli da voi partissi, non fe' un'azione indegna.

Fe' suo dover partendo. La faccia a voi rivolta,

Vi salutò cortese, vi disse: un'altra volta.

TOM.

Sì ben, ma in do parole el ne podeva dir

Quello che ne premeva de saver, de sentir.

D.EL.

Ridere voi solete delli difetti altrui.

E siete, a quel ch'io vedo, curiosi al par di lui.

Ma che saper vorreste? Parlatemi sinceri;

Se posso soddisfarvi, lo farò volentieri.

TOM.

Tanto gentil la xe, quanto graziosa e bella.

FAZ.

Me peace, è de bon core. Viva la picciriella!

TOM.

Se dise che Torquato abbia svelà el so cuor:

Voressimo saver chi xe el so vero amor.

D.EL.

Vi dirò: non ha molto, v'era Torquato ed io,

Eravi la Marchesa, ei ci diceva addio.

Staccandosi da noi, dolente tramortì;

Pianse, svelò il suo affetto; ma non si sa per chi.

FAZ.

Dice lo sì Gherardo, che smamara la gnora.

TOM.

Che l'ama la Marchesa.

D.EL.

Ei non l'ha detto ancora.

Parve che nel sentirla vicina ad esser sposa,

Spiegasse i sentimenti dell'anima gelosa.

Ma rivolgendo i lumi nel tempo stesso a me,

Ei sospirando andava, né si sapea perché.

TOM.

Ma perché don Gherardo dir che l'altra la sia?

D.EL.

Per adular se stesso nel gel di gelosia.

FAZ.

Sì, sì, t'aggio caputo. È 'nn omo ch'è politeco;

Crede nella mogliera, non è marito stiteco.

D.EL.

Già la Marchesa canta per sé l'alta vittoria,

Dell'amor di Torquato facendosi una gloria.

Io potrei disputarle del buon poeta il cuore,

Ma d'una sposa onesta nol tollera l'onore.

Dicasi pur ch'egli ami della Marchesa il volto,

Lo so che non è vero, lo so ch'ei non è stolto.

Ma è meglio che si dica, ama una vedovella;

Anzi che dir, egli ama una sposa novella:

Mentre, quantunque invano sperar da me si possa,

Dal mondo facilmente la critica s'addossa.

Non s'ha da dir ch'io gli abbia fiamma nel seno accesa;

Dicasi, anch'io lo dico: egli ama la Marchesa.

Sia giusto, o non sia giusto, dee credersi così.

Io so pur troppo il vero. Voi lo saprete un . (parte.)

 

 

 


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