Sì, con voi sono. Addio.
Addio, bella Eleonora, che foste un dì mia pena,
Che ognor sarete al cuore dolcissima catena.
Vado alla gloria incontro, mercé il consiglio vostro;
Per rendervi giustizia pien di valor mi mostro.
Ma, ohimè, che nel lasciarvi il piè vacilla, e l'alma
Perder a me minaccia... del suo valor la palma...
Sentomi al capo ascendere dal fondo, ohimè, del cuore
Dell'ipocondria nera un solito vapore...
Ma no, passion si vinca, no, non si faccia un torto
Alla virtù di lei, che recami conforto.
Begli occhi, se partendo più non degg'io mirarvi... (don
Gherardo ascolta.)
Uditemi, curioso, voglio alfin sodisfarvi.
Amo costei, la lascio per forza di virtù;
Parto col dubbio in seno di non vederla più.
Combattere finora sentii gloria ed amore;
Or la passione è vinta dai stimoli d'onore.
Imparate, ed impari chi n'ha d'uopo qual voi,
Alla virtù nel seno svelar gli affetti suoi:
Che alle passion nemiche campo facendo il petto,
Perdere arrischia l'uomo il senno e l'intelletto:
E che il rimedio solo, per acquistare il lume,
È la ragion far guida dell'opre e del costume.
Parte per Roma alfine il misero Torquato,
Sperando dell'alloro esser colà fregiato.
Chi sa quel che destina di me la sorte ultrice?
Ma se l'onore ho in petto, vivrò, morrò felice.
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