Carlo Goldoni
Il teatro comico

ATTO PRIMO

Scena Quarta. Orazio poi Tonino

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Scena Quarta. Orazio poi Tonino

 

ORAZIO Ben levato signor Tonino.

TONINO Patron reverito.

ORAZIO Che avete, che mi parete turbato?

TONINO No so, gnanca mi. Me sento un certo tremazzo a torno, che me par d'aver la freve.

ORAZIO Lasciate, ch'io senta il polso.

TONINO Tolè pur, Compare, sappième dir, se el bate a tempo ordinario, o in tripola.

ORAZIO Voi non avete febbre, ma il polso è molto agitato; qualche cosa avete, che vi disturba.

TONINO Saveu cosa, che gh'ho? Una paura, che non so in che mondo che sia.

ORAZIO Avete paura? Di che?

TONINO Caro sior Orazio, buttemo le burle da banda, e parlemo sul sodo. Le commedie de carattere le ha butà sottossora el nostro mistier. Un povero commediante, che ha fatto el so studio segondo l'arte, e che ha fatto l'uso de dir all'improvviso ben o mal quel che vien, trovandose in necessità de studiar, e de dover dir el premedità, se el gh'ha reputazion, bisogna, che el ghe pensa, bisogna, che el se sfadiga a studiar, e che el trema sempre ogni volta, che se fa una nova commedia, dubitando, o de no saverla quanto basta, o de no sostegnir el carattere come necessario.

ORAZIO Siamo d'accordo, che questa nuova maniera di recitare esige maggior fatica, e maggior attenzione; ma quanto maggior riputazione ai comici acquista? Ditemi di grazia, con tutte le commedie dell'arte, avreste mai riscosso l'applauso, che avete avuto nell'Uomo Prudente, nell'Avvocato, nei Due gemelli, e in tante altre, nelle quali il poeta si è compiaciuto di preeleggere il Pantalone?

TONINO vero; son contentissimo, ma tremo sempre. Me par sempre, che el sbalzo sia troppo grando, e me recordo quei versi del Tasso:

 

Mentre ai voli troppo alti e repentini

Sogliono i precipizi esser vicini.

 

ORAZIO Sapete il Tasso? Si vede, che siete pratico di Venezia, e del gusto di essa quanto al Tasso, che vi si canta quasi comunemente.

TONINO Oh in materia de Venezia, so anca mi de barca menar.

ORAZIO Vi siete divertito in essa da giovine?

TONINO Che cade! Ho fatto un poco de tutto.

ORAZIO Colle belle donne come ve la siete passata?

TONINO

E in me di quelle donne istesse

le onorate memorie ancora impresse.

ORAZIO Bravo signor Pantalone; mi piace il vostro brio, la vostra giovialità; spesse volte vi sento cantare.

TONINO Sior sì; co no gh'ho bezzi, canto sempre.

ORAZIO Fatemi un piacere, fino a tanto, che i nostri carissimi signori compagni ci favoriscono di venire, cantatemi una canzonetta.

TONINO Dopo, che ho studià tre ore, volè che canta? Compatime, no ve posso servir.

ORAZIO Già siamo soli, nessuno ci sente.

TONINO In verità, che no posso; un'altra volta ve servirò.

ORAZIO Fatimi questo piacere. Bramo di sentire, se state bene di voce.

TONINO E se stago ben, me voleu farsi far cantar in teatro?

ORAZIO Perché no?

TONINO Voleu, che ve diga? Mi fazzo da Pantalon, e no da musico, e se avesse volesto far da musico, no gh'averia l'incomodo della barba. (parte)

 

 


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