Carlo Goldoni
Il teatro comico

ATTO PRIMO

Scena Nona. Beatrice e Petronio

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Scena Nona. Beatrice e Petronio

 

BEATRICE Via signor Dottore favoritemi, andiamo. Voglio che siate voi il mio cavaliere servente.

PETRONIO Il Cielo me ne liberi.

BEATRICE Per qual cagione?

PETRONIO Perché in primo luogo, io non son così pazzo che voglia assoggettarmi all'umore stravagante di una donna. In secondo, perché se volessi farlo, lo farei fuori di compagnia, ché chi ha giudizio porta la puzza lontano da casa; e in terzo luogo, perché con lei farei per l'appunto la parte dal Dottore nella commedia intitolata: La Suocera e la Nuora.

BEATRICE Che vuol dire?

PETRONIO Per premio della mia servitù, non potrei attendere altro, che un bicchier d'acqua nel viso.

BEATRICE Sentite, io non bado a queste cose. Serventi non ne ho mai avuto, e non ne voglio, ma quando dovessi averne, gli vorrei giovani.

PETRONIO Le donne s'attaccano sempre al loro peggio.

BEATRICE Non è mai peggio quello che piace.

PETRONIO Non s'ha da cercar quel che piace, ma quel che giova.

BEATRICE Veramente non siete buono da altro, che da dar buoni consigli.

PETRONIO Io son buono per dargli, ma ella a quanto veggo non è buona da ricevergli.

BEATRICE Quando sarò vecchia, gli riceverò.

PETRONIO Principiis obsta; sero medicina paratur.

 


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