Carlo Goldoni
Il teatro comico

ATTO TERZO

Scena Terza. Orazio, poi Eleonora

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Scena Terza. Orazio, poi Eleonora

 

ORAZIO Questo giovine ha del brio. Pare un poco girellaio, come dicono i Fiorentini, ma per la scena vi vuole sempre uno, a cui addattar si possano i caratteri più brillanti.

ELEONORA Serva, signor Orazio.

ORAZIO Riverisco la signora virtuosa.

ELEONORA Non mi mortificate d'avvantaggio. So benissimo, che con poco garbo mi sono a voi presentata, che aveva necessità di soccorso, ma l'aria musicale influisce così; il contegno, l'affabilità, la modestia delle vostre donne, ha fatto ch'io mi sono innamorata di loro, e di tutti voi. Vedesi veramente smentita la massima di chi crede, che le femmine del teatro, siano poco ben costumate, e traggano il loro guadagno parte dalla scena, e parte dalla casa.

ORAZIO Per nostra consolazione, non solo è sbandito qualunque reo costume nelle persone, ma ogni scandalo dalla scena. Più non si sentono parole oscene, equivoci sporchi, dialoghi disonesti. Più non si vedono lazzi pericolosi, gesti scorretti, scene lubriche, di mal esempio. Vi possono andar le fanciulle, senza timor d'apprendere cose immodeste, o maliziose.

ELEONORA Orsù, signor Orazio, io voglio essere comica, e mi raccomando alla vostra assistenza.

ORAZIO Raccomandatevi a voi medesima; che vale a dire, studiate, osservate gli altri, imparate bene le parti, e sopra tutto, se vi sentite a fare un poco d'applauso, non v'insuperbite, e non vi date subito a credere di essere una gran donna. Se sentite a battere le mani, non ve ne fidate. Un tale applauso suol essere equivoco. Molti battono per costume, altri per passione, alcuni per genio, altri per impegno, e molti ancora, perché sono pagati dai protettori.

ELEONORA Io protettori non ne ho.

ORAZIO Siete stata cantatrice, e non avete protettori?

ELEONORA Io non ne ho, e mi raccomando a voi.

ORAZIO Io sono il capo di compagnia; io amo tutti ugualmente, e desidero, che tutti si facciano onore per il loro, e per il mio interesse: ma non uso parzialità a nessuno, e specialmente alle donne, perché, per quanto siano buone, fra loro s'invidiano.

ELEONORA Ma non volete nemmeno provarmi, se sono capace di sostenere il posto, che mi date di terza donna?

ORAZIO Oh questo poi sì, mentre il mio interesse vuole, che mi assicuri della vostra abilità.

ELEONORA Vi dirò qualche pezzo di recitativo, che so.

ORAZIO Ma non in musica.

ELEONORA Lo dirò senza musica. Reciterò una scena della Didone bernesca, composta dal signor Lelio.

ORAZIO Di quella, che ha fatto fallire l'impresario?

ELEONORA Sentite: (si volta verso Orazio a recitare)

 

Enea d'Asia splendore...

ORAZIO Con vostra buona grazia. Voltate la vita verso l'udienza.

ELEONORA Ma se ho da parlare con Enea.

ORAZIO Ebbene; si tiene il petto verso l'udienza, e con grazia si gira un poco il capo verso il personaggio; osservate:

Enea d'Asia splendore...

ELEONORA In musica, non mi hanno insegnato così.

ORAZIO Eh lo so, che voi altre non badate ad altro, che alle cadenze.

ELEONORA

 

Enea d'Asia splendore,

Caro figliuol di Venere,

E solo Amor di queste luci tenere;

Vedi come in Cartagine bambina,

Consolate del tuo felice arrivo,

Ballano la furlana anco le torri?

 

 

ORAZIO Basta così; non dite altro per amor del Cielo.

ELEONORA Perché? recito tanto male?

ORAZIO No quanto al recitare sono contento, ma non posso sofferire di sentir a porre in ridicolo i bellissimi, e dolcissimi versi della Didone; e se avessi saputo che il signor Lelio ha strappazzati i drammi d'un così celebre, e venerabile poeta, non l'avrei accettato nella mia compagnia: ma si guarderà egli di farlo mai più. Troppo obbligo abbiamo alle opere di lui, dalle quali tanto profitto abbiamo noi ricavato.

ELEONORA Dunque vi pare, ch'io possa sufficientemente passare per recitante?

ORAZIO Per una principiante siete passabile; la voce non è ferma, ma questa si fa coll'uso del recitare. Badate bene di battere le ultime sillabe, che s'intendano. Recitate piuttosto adagio, ma non troppo, e nelle parti di forza, caricate la voce, e accelerate più del solito le parole. Guardatevi sopra tutto dalla cantilena, e dalla declamazione, ma recitate naturalmente, come se parlaste, mentre essendo la commedia una imitazione della natura, si deve fare tutto quello, che è verisimile. Circa al gesto, anche questo deve essere naturale. Movete le mani secondo il senso della parola. Gestite per lo più colla dritta, e poche volte colla sinistra, e avvertite di non moverle tutte due in una volta, se non quando un impeto di collera, una sorpresa, una esclamazione lo richiedesse; servendovi di regola, che principiando il periodo con una mano, mai non si finisce coll'altra, ma con quella con cui si principia, terminare ancora si deve. D'un'altra cosa molto osservabile, ma da pochi intesa voglio avvertirvi. Quando un personaggio fa scena con voi, badategli, e non vi distraete cogl'occhi e colla mente; e non guardate qua e per le scene, o per i palchetti, mentre da ciò ne nascono tre pessimi effetti. Il primo, che l'udienza si sdegna, e crede, o ignorante, o vano il personaggio distratto. Secondo, si commette una mala creanza verso il personaggio con cui si deve far scena; e per ultimo, quando non si bada al filo del ragionamento, arriva inaspettata la parola del suggeritore, e si recita con sgarbo, e senza naturalezza; tutte cose che tendono a rovinar il mestiere, e a precipitare le commedie.

ELEONORA Vi ringrazio dei buoni documenti, che voi mi date; procurerò di metterli in pratica.

ORAZIO Quando siete in libertà; e che non recitate, andate agli altri teatri. Osservate come recitano i buoni comici, mentre questo è un mestiere, che s'impara più colla pratica, che colle regole.

ELEONORA Anche questo non mi dispiace.

ORAZIO Un altro avvertimento voglio darvi, e poi andiamo, e lasciamo, che i comici provino il resto della commedia, che s'ha da fare. Signora Eleonora, siate amica di tutti, e non date confidenza a nessuno. Se sentite dir male dei compagni, procurate di metter bene. Se vi riportano qualche cosa, che sia contro di voi, non credete, e non badate loro. Circa alle parti, prendete quello, che vi si ; non crediate che sia la parte lunga quella che fa onore al comico, ma la parte buona. Siate diligente, venite presto al teatro, procurate di dar nel genio a tutti, e se qualcheduno vi vede mal volentieri, dissimulate; mentre l'adulazione è vizio, ma una savia dissimulazione è sempre stata virtù. (parte)

ELEONORA Questo capo di compagnia, mi ha dato più avvertimenti di quello, che faccia un maestro di collegio il primo giorno, che riceve un nuovo scolare. Però gli sono obbligata. Procurerò di valermene al caso, e giacché mi sono eletta questa professione, cercherò di essere, se non delle prime, non delle ultime almeno. (parte)

 

 


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