Carlo Goldoni
Il teatro comico

ATTO TERZO

Scena Sesta. Florindo, e detti

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Scena Sesta. Florindo, e detti

 

COLOMBINA Ecco, eccolo, che muore dalla consolazione.

ROSAURA (Benedetti quegli occhi; mi fanno tutta sudare).

FLORIANO Signor Dottore, perdoni, incorraggito da Colombina... perché se la signora Rosaura... Ma anzi il suo signor padre... Compatisca, non so che cosa mi dica.

DOTTORE Intendo, intendo; siete innamorato della mia figliuola, e la vorreste per moglie, non è così?

FLORIANO Altro non desidero.

DOTTORE Ma sento a dire, che vostro padre abbia delle pretensioni ridicole.

FLORIANO Il padre è rivale del figlio.

DOTTORE Dunque non si ha da perder tempo. Bisogna levargli la speranza di poterla ottenere.

FLORIANO Ma come?

DOTTORE Dando immediatamente la mano a Rosaura.

FLORIANO Questa è una cosa, che mi rallegra.

ROSAURA Questa è una cosa, che mi consola.

COLOMBINA Questa è una cosa, che mi fa crepar dall'invidia.

DOTTORE Animo dunque, che si conchiuda, datevi la mano.

FLORIANO Eccola, unita al mio cuore.

ROSAURA Eccola, in testimonio della mia fede.

COLOMBINA Oh cari! Oh che bella cosa! Mi sento venir l'acqua in bocca.

 

 


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