Carlo Goldoni
L'amore artigiano

ATTO PRIMO

SCENA SECONDA   Angiolina alla finestra, Giannino in istrada.

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SCENA SECONDA

 

Angiolina alla finestra, Giannino in istrada.

 

GIAN.

Pria d'andare a bottega,

Quando posso vedere il mio tesoro,

Applico con più gusto al mio lavoro.

ANG.

Ehi, Giannin.

GIAN.

Chi mi chiama? (fingendo non vederla)

ANG.

Non mi vedi?

Principia il sole a discacciar l'aurora;

Chiaro si vede, e non mi vedi ancora?

GIAN.

Sono ancora assonnato:

Non ci aveva abbadato.

ANG.

(Ah sì, il briccone

Ha perduta la vista in quel balcone.

Voglio per or dissimular). (da sé)

GIAN.

(Vorrei

Se n'andasse costei). (da sé)

ANG.

Coi miei quattrini

Posso avere un piacer?

GIAN.

Che cosa vuoi?

ANG.

Per lavorar di cuffie

Vorrei un tavolino.

Comodo e galantino. Tu che sei

Un bravo falegname,

Fammi questo piacer. Ti pagherò.

GIAN.

Sì sì, te lo farò.

ANG.

Vien su, Giannino,

Che farotti veder com'io lo voglio.

GIAN.

Or non posso venir. (Quest'è un imbroglio).

ANG.

Eh sì sì, t'ho capito.

Dici che ora non puoi?

Di' che venir non vuoi, perché paventi

Disgustar la Rosina. Disgraziato,

Per lei tu m'hai lasciato.

Ma ho tante protezioni,

Servo di cuffie tante dame e tante,

Che ti farò pentir, te lo prometto,

E sarai mio marito a tuo dispetto. (si ritira)

 

 

 


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