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LUC. |
Olà. (chiama.) Terenzio è tale, che per virtute ed uso Non ha dal proprio seno il suo dovere escluso. Conoscerà, lo spero, quel che a lui giova e lice; |
DAM. |
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LUC. |
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DAM. |
Rispondere poteva veramente più d'uno. Terenzio con Creusa eran di me più innanti, Ma avean altro che fare gli sguaiatelli amanti. |
LUC. |
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DAM. |
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LUC. |
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DAM. |
È vero: parlo da stolto, e 'l sono. Se il mio dover non faccio, domandovi perdono. In casa, ove gli amori accorda il padron mio, Dovrei con una schiava far il galante anch'io. Far nascer degli schiavi dovrei al mio signore, Ma un brutto malefizio m'ha fatto il genitore; |
LUC. |
Venga Terenzio. |
DAM. |
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LUC. |
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DAM. |
Se fossero rinchiusi?... |
LUC. |
Ma no... |
DAM. |
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LUC. |
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DAM. |
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LUC. |
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DAM. |
Ma se... |
LUC. |
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DAM. |
Andrò di volo. (Amante so ch'è il padron di lei. Principio una vendetta formar de' torti miei. Penso allo stato mio, m'arrabbio e mi confondo; Perché nessun godesse, vorrei finisse il mondo). (da sé, e parte.) |