Carlo Goldoni
Terenzio

ATTO SECONDO

SCENA DODICESIMA

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SCENA DODICESIMA

 

Livia, Creusa e Lelio.

 

LIV.

(Se libero è Terenzio, degno sarà del mio). (da sé.)

CRE.

(Colpa non ha il cuore, se misera son io). (da sé.)

LIV.

Vanne Creusa.

CRE.

Dove?

LIV.

Dove a te dissi, e quando.

Chiuditi, e d'uscir fuori s'aspetti il mio comando.

CRE.

(Perfida! Ti conosco. Uscir da quelle porte

Farammi, a tuo dispetto, o il mio Terenzio, o morte). (da sé, e parte.)

 

 

 


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