Carlo Goldoni
Terenzio

ATTO TERZO

SCENA DODICESIMA

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SCENA DODICESIMA

 

Terenzio e Creusa.

 

TER.

(Come con lei scolparmi?) (da sé.)

CRE.

(Che potrà dir l'ingrato?) (da sé.)

TER.

Ah Creusa, che pensi?

CRE.

Mai non ti avessi amato

TER.

Non aspettar che parli teco a pro di Lucano.

CRE.

Per lui, per te mi parla; meco favelli invano.

TER.

Ti son fedel.

CRE.

Si vede.

TER.

Ascolta in pochi accenti

La ragion dell'inganno.

CRE.

Non vo' saperla. (si scosta.)

TER.

Eh, senti. (seguitandola.)

 

 

 


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