Carlo Goldoni
Terenzio

ATTO TERZO

SCENA TREDICESIMA

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SCENA TREDICESIMA

 

Livia ed i suddetti

 

LIV.

Creusa, a che qui resti, partito il tuo signore?

TER.

Io, per ordin di lui, deggio parlarle al cuore. (a Livia.)

LIV.

Te per tal opra ha scelto, ch'ardi per lei nel seno? (a Terenzio.)

CRE.

Di quel che per te peni, arde per me assai meno.

LIV.

Schiava vulgare, ardita, meco a garrir non chiamo.

CRE.

Partirò.

LIV.

Fallo tosto. Sollecita il ricamo.

Quel che a te diei disegno, richiama alla memoria,

E pensa che vicina la favola è all'istoria.

CRE.

Favola per me il foco fu di Terenzio altero;

Ma quel che per te nutre, Livia felice, è vero. (parte.)

 

 

 


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