Carlo Goldoni
Terenzio

ATTO TERZO

SCENA QUATTORDICESIMA

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Terenzio e Livia

 

TER.

Fermati, ascolta. (vuol seguitarla.)

LIV.

Come? In faccia mia seguirla?

TER.

Per ordin di Lucano parlar deggio, e sentirla.

LIV.

Ciò da me potrà farsi.

TER.

È ver, ma tu non sai...

LIV.

Terenzio con Lucano testé di te parlai. (dolcemente.)

TER.

Di me che mai ti disse l'amabile signore?

LIV.

Ti lodò, mi propose... L'intesi a mio rossore.

TER.

Previdi ch'ei ti avrebbe mosso per me allo sdegno.

LIV.

Non è cuor di liberto d'una Romana indegno.

TER.

Dunque, se tal divengo, Livia Terenzio adora?

LIV.

Se libero ti rendi... Ma no, sei schiavo ancora. (parte.)

 

 

 


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