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DAM. |
Livia, con lei fa d'uopo cambiar l'usato stile; Parlare io ti consiglio più docile ed umile. Chi sa che ritornata nel libero suo stato... Chi sa che non la sposi Lucano innamorato? E s'ella si rammenta quel che facesti a lei, Ti tratterà in vendetta da vipera qual sei. Di far un po' all'amore avendole impedito, Languir ti farà in corpo la voglia di marito; E collo sposo accanto, da' figli circondata, Rabbia faratti e invidia, morirai disperata. |
No, non sarà giammai che un senator Romano Veggasi ad una schiava a porgere la mano. E se Lucan per lei fosse di ragion privo, Chiamarlo sdegnerei per mio padre adottivo. T'inganni se tu credi che arda nel seno mio D'un sesso lusinghiero il debole desio. (a Damone.) (L'unico mal ch'io temo, è ch'a Terenzio è unita). (da sé.) Trionfi a mio dispetto questa superba ardita. Raro, chi il mal figura, trova il pensier fallace; Ma vendicarmi io spero d'una rivale audace. (da sé, e parte.) |