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Lucano, Terenzio, Lelio, Fabio, Damone, clienti e servi; indi Livia.
Ai plausi degli amici, ai viva degli eroi, Permettasi che Livia possa accordare i suoi. |
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LUC. |
Vieni, o tu di Lucano figlia d'amore, a parte D'onor, di cui tu stessa godrai la miglior parte. Altro fregio non manca al cittadin novello, Che far con degne nozze il suo destin più bello. |
(Che farò?) (da sé.) |
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(Che risponde?) (da sé.) |
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Non ha Terenzio ancora per meritar tai fregi. Chi i propri beni al censo vantar non può ne' lustri, Ottar sai che non puote fra candidati illustri. |
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LUC. |
Facciasi. I doni vari, schiavo, a te pervenuti, Liberi a tua virtute fur del cuor mio tributi. |
Sì, lo vedrai. Concedi brevi momenti; io torno. Verrò forse, tornando, di maggior gloria adorno. (Celare un'opra ardita dovrebbesi a Lucano, |