Carlo Goldoni
Gli uccellatori

ATTO SECONDO

SCENA NONA   Il Marchese e Pierotto

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SCENA NONA

 

Il Marchese e Pierotto

 

MARC.

Tant’è, lo so di certo:

La contessa Armelinda

Di Cecco è innamorata.

PIER.

Oh pazza sciagurata!

In pratica lo veggio,

Che la femmina ognor si attacca al peggio.

MARC.

Chi mai creduto avrebbe

Ch’ella amasse un villano?

PIER.

Veramente

Ch’ella ami un contadin male non è;

Ma in tal caso dovria farlo con me.

MARC.

Or veniamo alle corte:

L’offerta io ti confermo.

Ti do, se tu lo ammazzi,

Dieci doppie di Spagna.

PIER.

Ad un mio pari

Si offeriscon denari? - Cospettone!

Di voi mi maraviglio....

MARC.

Ricusare il denar non ti consiglio.

PIER.

Quanto vagliono l’una

Queste doppie di Spagna?

MARC.

Ti darò,

Se tu non le conosci,

Trenta scudi in moneta.

PIER.

Un galantuomo

Non vende a simil prezzo

La sua riputazion.

MARC.

Se tu non vuoi,

Qualch’altro vi sarà...

PIER.

Via, contate il denaro, e si vedrà.

MARC.

Non si la mercede

Se l’opra non precede.

Fa il tuo dovere, e poi

Sarà pronto il denar quando tu vuoi.

PIER.

Sì, sì, ve lo prometto:

Cecco per le mie mani ha da morire.

Non già per il denaro,

Che non sono dell’or tanto goloso,

Ma perché sono anch’io di lui geloso.

 

Nol so di certo, ma mi fu detto,

Che Roccolina, che Mariannina

Abbian per esso del grande affetto;

Se questo è vero, lo vuò ammazzar.

Con uno schioppo faccio il colpetto,

Con un coltello gli spacco il petto,

E poi le gambe gli vuò segar,

E poi senz’altro lo lascio andar. (parte)

 

 

 


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