Carlo Goldoni
Gli uccellatori

ATTO SECONDO

SCENA TREDICESIMA   Cecco, poi Pierotto, poi Toniolo

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SCENA TREDICESIMA

 

Cecco, poi Pierotto, poi Toniolo

 

CEC.

Che ho da far di quest’armi? Or più che mai

Mi trovo imbarazzato,

Ed ancora il nemico è a me celato.

PIER.

Oh donne maledette!

Ma voglio a lor dispetto

Ammazzare colui, ch’è mio nemico;

Sì, lo vuò trucidar. (s’imposta collo schioppo)

TON.

Ferma, ti dico.

(Trattiene il colpo, e Pierotto si lascia cadere per paura lo schioppo e diverse armi bianche che aveva preparato, e si ritira)

CEC.

Oh briccone, sei tu! (a Toniolo)

TON.

Son io, Cecchino,

Son io che ti difende.

CEC.

No, quel tu sei che di ammazzarmi intende.

TON.

T’inganni.

CEC.

Eh, ti ho veduto:

Voglio cavarti il core. (minacciandolo)

TON.

Aiuto, aiuto.

PIER.

Eh, cospetto di Bacco,

Son qui, non ho paura. (prende un’arma da terra)

CEC.

In due venite

Contro di un poveruomo?

TON.

Io non so niente:

Son qui a caso venuto.

PIER.

Alto.

CEC.

Ferma.

PIER.

Ti ammazzo.

TON.

Aiuto, aiuto.

 

 

 


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