Carlo Goldoni
Gli uccellatori

ATTO TERZO

SCENA SESTA   Toniolo, poi la Contessa

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SCENA SESTA

 

Toniolo, poi la Contessa

 

TON.

In fatti Roccolina

Pare che mi ami poco,

E che la mia passion si prenda a gioco.

Se è ver che Mariannina

Brami gli affetti miei,

Sarà meglio che anch’io m’attacchi a lei.

CONT.

Dimmi, Cecco dov’è?

TON.

Cecco, signora,

Nol cercate per ora.

Sarà dove il suo cor d’essere inclina,

Sarà forse dappresso a Roccolina.

CONT.

Come! si amano forse?

TON.

Oh sì, signora.

CONT.

Ma Roccolina non mel disse ancora.

TON.

Le donne i fatti suoi

Non dicon facilmente.

CONT.

Roccolina

Preso ha meco un impegno,

E mi farebbe un trattamento indegno.

TON.

Si sa tutto, è scoperto;

Si sa del finto giudice

La gentil barzelletta, e in quell’istante

Ella di Cecco si è scoperta amante.

CONT.

Ah, di un tal tradimento

Mi saprò vendicar.

TON.

Ma compatite:

Come soffrir potrete

Un consorte incivil mirarvi appresso?

Una Contessa avvilirebbe il sesso.

 

Mia signora, perdonate,

Pensan l’altre d’inalzarsi,

E di dama voi pensate

In pedina diventar.

Io vi parlo franco e sciolto:

Se l’amore non cangiate,

Voi pentita, non ha molto,

Doverete sospirar. (parte)

 

 

 


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