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BERN. |
Canta, canta, birbone; a un legnaiuolo Non do la mia figliuola. Che cos'hanno Di capitale i falegnami? Oh bella! |
BERN. |
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Cosa vuol dir che ancora |
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BERN. |
Un insolente Venuto è ad inquietarmi. |
Sì, ho sentito Che con tutte vuol far l'innamorato. (apre la balconata) |
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BERN. |
Se torna a insolentarmi, So io quel che farò. |
Non ci pensate. (entra per la porta della bottega, e si fa subito vedere alla balconata) Se lo veggo passar, con questo spiedo L'infilzo a dirittura. Son degli anni Che noi ci conosciamo. Siamo vicini, siamo, E vorrei lusingarmi, Se la figliuola maritar pensaste, Che a me non la negaste. |
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BERN. |
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(uscendo dalla bottega col cassettino nel braccio cogli strumenti) Presto il foco accendete alla fucina. Quel ferro arroventate, e quando torno, E da un capo e dall'altro attortigliato. (torna in bottega) |
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BERN. |
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BERN. |
Bene, |
BERN. |
Deggio ad essa portar questa mattina; E anche la mia Rosina, Se l'avrà terminato, Dee portarle un andrien che ha rivoltato. Ma la figliuola ed io Ci andiam mal volontieri. È sì sofistica Madama, e così altiera, |
Io con lei non m'impiccio. Ha un cameriere Che le accomoda il capo, ed è padrone In casa più di lei. Anzi si dice Che ne sia innamorata, |
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BERN. |
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È meglio sempre... Come si dice? paribus con paribus. |
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BERN. |
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Mastro Bernardo, su la mia parola... Meco non staria mal vostra figliuola.
Principiato ho a governarmi. E giudizio - voglio far. |