Carlo Goldoni
L'uomo di mondo

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

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ATTO SECONDO

 

 

 

SCENA PRIMA

 

Camera in casa del Dottore Lombardi.

 

Eleonora ed il Dottore

 

DOTT. Cara figliuola, vorrei pur vedervi contenta.

ELEON. La mia sfortuna vuole che io non lo sia.

DOTT. Ho fatto e faccio per voi quello che ad un padre non converrebbe di fare. Non siete né vecchia, né difettosa, per grazia del cielo, né senza una dote conveniente allo stato nostro. Parecchi partiti mi si sono offerti por voi, e pure sapendo quanto gradireste avere per isposo il signor Momolo, non ho riguardo io stesso a parlargliene il primo.

ELEON. Conosco quanto ben mi volete. Così avesse egli una parte ben picciola del vostro amore per me.

DOTT. Ma non mi dite che vi ha dato qualche segno di benevoglienza?

ELEON. È vero; coll'occasione ch'egli veniva alla conversazione da noi...

DOTT. Ecco dove ho mancato io. Non doveva lasciar venire un giovinotto in casa. Ma n'ha la colpa Lucindo.

ELEON. Il signor Momolo per altro non si può dire che non sia giovane assai civile e modesto.

DOTT. Ma pratica in certi luoghi, che non gli fan molto onore.

ELEON. È la gioventù che glielo fa fare.

DOTT. Oh basta, vedo che ne sei innamorata; e se mi parerà che voglia assodarsi, e che veramente ti voglia bene... Eccolo appunto; l'ho mandato a chiamare ed è venuto immediatamente.

ELEON. Se non mi volesse un poco di bene, non ci sarebbe venuto.

DOTT. Ritirati, e lasciami parlare con lui.

ELEON. Obbedisco. (parte)

 

 

 


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