Carlo Goldoni
Il vecchio bizzarro

ATTO SECONDO

SCENA SETTIMA

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SCENA SETTIMA

 

Traccagnino e Celio

 

TRACC. Chi chiama?

CEL. Presto un medico per carità.

TRACC. A sta ora dove l'oi da trovar?

CEL. Cercalo subito. Va per le spezierie. Presto, che mi sento morire. (sputa)

TRACC. Lasserò ordine alla spezieria, che i lo manda col vien.

CEL. No, ho bisogno adesso.

TRACC. Adesso no lo troverò.

CEL. Cercalo, se lo trovi, ti do un ducato di buona mano.

TRACC. (Se podesse chiappar sto ducato!) (da sé)

CEL. Ma non perder tempo. Se trovi un medico, digli che venga subito; e se viene subito, gli do un zecchino.

TRACC. (Se podesse chiappar anca sto zecchin!) (da sé)

CEL. Presto, ti dico; ogni momento può essere per me fatale. (si tocca il polso)

TRACC. Ghe dirò, sior. È vegnù a Venezia un mio fradello da Bergamo, che l'è el più bravo medico de sto mondo. L'ha qualche piccolo difetto, ma l'è un omo grando. Se la lo vol provar, l'è in te la mia camera, lo farò vegnir.

CEL. Sì, sì, fallo venire. Lo proverò.

TRACC. Ma ghe darala el zecchin?

CEL. Glielo darò.

TRACC. E a mi el ducato?

CEL. E il ducato a te.

TRACC. Vago subito a farlo vegnir. (Se la va ben, chiappo trenta lire; se la va mal, non perdo gnente). (da sé, e parte)

CEL. Qualche volta questi medici di montagna ne sanno più dei medici di città. Hanno la cognizione dell'erbe, delle pietre; medicano per esperienza, e la fallano poche volte. Oh, stavo tanto bene, ed è venuta mia nipote a farmi tornare il mio male.

 

 

 


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