Carlo Goldoni
Il vecchio bizzarro

ATTO TERZO

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ATTO TERZO

SCENA PRIMA

 

NOTTE. Camera.

 

Flaminia e Florindo.

 

FLA. Così è, fratello mio. Quel vostro amico mi piace infinitamente. Il signor Pantalone è un uomo avanzato, ma di buona grazia e di buonissimo umore.

FLOR. Anch'io lo stimo infinitamente. Per la sua onoratezza, per il suo buon cuore ch'egli ha per gli amici suoi, il signor Celio ne parla con una grandissima stima; e per dir vero, tutti gli rendono giustizia, tutti di lui si lodano, e tutti nelle loro conversazioni lo bramano.

FLA. Felice me, se mi toccasse un marito di questa taglia.

FLOR. Lo prendereste voi, benché vecchio?

FLA. Mi consigliereste voi ricusarlo unicamente per questo?

FLOR. Niuno consiglierà una donna, che preferisca un giovane pazzo ad un vecchio saggio; ma le donne poche volte ascoltano gli altrui consigli, e se hanno la libertà di scegliere, per lo più si abbandonano al peggio.

FLA. Di me, Florindo carissimo, dovreste aver miglior concetto. Sapete ch'io sempre stata sono nemica della gioventù scorretta. Mi sarei adattata a sposare il signor Ottavio per compiacervi, quando non lo avessi scoperto di poca mente, e di peggiore condotta. Ora mi permetterete ch'io dica di non volerlo, e voi stesso che siete del di lui procedere mal soddisfatto, troverete il pretesto per licenziarlo.

FLOR. Sarà meglio che ritorniamo in Livorno.

FLA. No, Florindo, è meglio che noi restiamo in Venezia.

FLOR. Ottavio ci darà dei disturbi.

FLA. Vi sarebbe il modo facile per farlo tacere.

FLOR. E come?

FLA. Se io mi maritassi, si estinguerebbe in lui la speranza.

FLOR. Siamo forestieri, Flaminia, non è così facile...

FLA. Eh, basta volere.

FLOR. Ho io d'andar cercando per mia sorella il marito?

FLA. Non basterebbe che, trovandolo io, l'approvaste?

FLOR. Quando fosse da vostro pari...

FLA. Non lo sarebbe il signor Pantalone?

FLOR. Pensate voi se il signor Pantalone vuol prender moglie! Ha sempre detto ch'egli ama la sua libertà.

FLA. E pure, se argomentar volessi da certe parole... da certe occhiate...

FLOR. Duro fatica a crederlo; ma quando mai ciò fosse, io sarei contentissimo.

FLA. Mi permettete che possa assicurarmene destramente?

FLOR. Fatelo colla solita prudenza vostra. Ma Ottavio ci sarà d'ostacolo.

FLA. Basta ch'io dica di non volerlo, perché egli abbia da cedere ogni sua pretensione. Finalmente non sono corse che sole parole, e queste non hanno più sussistenza, sempre che la vita, ch'egli ora mena, giustifica le mie ripulse.

FLOR. Non so che dire. Altra sorella non ho che voi. Bramo di contentarvi. (parte)

 

 

 


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