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FLA. Ora mi lusingate, caro fratello. Ho motivo di non vi credere.
FLOR. Eppure credetemi, ch'ella è così.
CEL. Caro amico, voi che avete della bontà per me, persuadete voi mia nipote a fare una cosa buona.
CEL. A sposare il signor Pantalone.
FLA. Sentite? Non ve l'ho detto?
FLOR. Evvi qualche trattato fra lei ed il signor Pantalone?
CLAR. Basterebbe ch'io volessi.
FLA. Ecco; sentitela. (a Florindo)
FLOR. A me il signor Pantalone si è dichiarato parzialissimo di mia sorella.
CEL. E con me si è mostrato inclinatissimo per mia nipote.
FLOR. Il signor Pantalone si burlerà dell'una e dell'altra.
CLAR. Io non sono una persona di cui la gente si prenda giuoco.
FLOR. Né mia sorella sarà impunemente schernita.
CEL. La signora Flaminia non è impegnata col signor Ottavio?
FLOR. Col signor Ottavio ogni trattato è sciolto.
CLAR. Ed ella volentieri si mariterebbe in Venezia.
CEL. Non so che dire: giacché non ha difficoltà di sposare un uomo avanzato... posso esibirmi ancor io.
CLAR. Non ci mancherebbe altro, per crepare in tre giorni.