Carlo Goldoni
La vedova scaltra

ATTO SECONDO

Scena Quindicesima. Rosaura, Marionette, poi Birif

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Scena Quindicesima. Rosaura, Marionette, poi Birif

 

Mar. (Sì, vieni, che stai fresco)

Ros. Eppure, dal modo di scrivere del Conte, conosco ch'egli mi ama davvero

Mar. Dovreste meglio capirlo del regalo fattovi da monsieur Le Blau; egli, mandandovi il suo ritratto, mostra il desiderio che ha di star sempre con voi.

Ros. Non mi piace quell'espresione di mandarmelo come una gioia.

Mar. Via via, v'ho capito. Avete per il Conte il cuore già dichiarato. Buon pro' vi faccia.

Ros. Credimi ch'io son tuttavia indifferente.

Mar. Poter del mondo! Ecco un'altra ambasciata. Questa è una gran giornata per voi.

Ros. Costui chi sarà?

Mar. Non lo ravvisate? Un servitore inglese.

Ros. Sarà il cameriere di Milord.

Mar. (verso la porta) Passate.

Bir. (a una riverenza) Madama.

Mar. (Oh, ecco la serietà.)

Ros. Che bramate galantuomo?

Bir. Milord Runebif manda me, perché non può venir egli qui.

Ros. Bene, e così?

Bir. Manda questa bagatella. (le le gioie)

Ros. Oh che bella cosa! Osserva Marionette, che magnifiche gioie!

Mar. (quest'è ben altro che la lettera amorosa!)

Ros. (E che il ritratto!) (a Birif) Ha detto nulla?

Bir. No, madama.

Ros. rigraziatelo.

Bir. Madama. (fa una riverenza, e vuol partire)

Ros. (gli vuol dar la mancia) Prendete.

Bir. Maraviglio, Madama.

(non la vuole e parte)

 

 


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