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SUSANNA Oh, ecco la sua signora zia. (a Candida)
CANDIDA Per amor del cielo, non dite niente. (a Susanna)
SUSANNA Non v'è pericolo. (E voleva dirmi di no. Suo danno, perché non dirmi la verità?)
GELTRUDA Che fate qui nipote? (Candida e Susanna si alzano)
SUSANNA È qui a favorirmi, a tenermi un poco di compagnia.
CANDIDA Son venuta a vedere se ha una cuffia da notte.
SUSANNA Sì è vero, me l'ha domandata. Oh, non dubiti niente, che con me può esser sicura. Non sono una frasca, e in casa mia non vien nessuno.
GELTRUDA Non vi giustificate fuor di proposito signora Susanna.
SUSANNA Oh io sono assai dilicata signora.
GELTRUDA Perché non dirlo a me se avete bisogno d'una cuffia?
CANDIDA Voi eravate nel vostro gabinetto a scrivere; non ho voluto sturbarvi.
SUSANNA Vuol vederla? La vado a prendere. S'accomodi qui, favorisca. (dà la sua sedia a Geltruda, ed entra in bottega)
GELTRUDA Avete saputo niente di quella contesa ch'è stata qui fra l'oste, ed il calzolaio? (a Candida, e siede)
CANDIDA Dicono per amore, (siede) per gelosie. Dicono che sia stata causa Giannina.
GELTRUDA Mi dispiace, perché è una buona ragazza.
CANDIDA Oh signora zia scusatemi, ho sentito delle cose di lei che sarà bene che non la facciamo più venire per casa.
GELTRUDA Perché? cosa hanno detto?
CANDIDA Vi racconterò poi. Fate a modo mio signora, non la ricevete più che farete bene.
GELTRUDA Siccome ella veniva più da voi che da me, vi lascio in libertà di trattarla, come volete.
CANDIDA (Indegna! Non avrà più l'ardire di comparirmi dinnanzi).
SUSANNA (che torna) Ecco le cuffie signora, guardi, scelga, e si soddisfi. (tutte e tre si occupano alla scelta delle cuffie, e parlano piano tra loro)