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GIANNINA (Non c'è, non la trovo in nessun luogo). Oh, eccola lì.
CONTE Così dunque la signora Candida sposerà il signor barone del Cedro.
GIANNINA (Cosa sento? cosa risponderà?)
GELTRUDA Ella lo farà quando le condizioni... (al Conte)
CONTE Quali condizioni ci mettete voi? (a Candida)
CANDIDA Nessuna, signore, lo sposerò in ogni modo. (al Conte)
CONTE Viva la signora Candida, così mi piace. (Eh! quando mi meschio io negli affari, tutto va a meraviglia). (si pavoneggia)
GIANNINA (Questa è una cosa terribile. Povero signor Evaristo! È inutile ch'io le dia il ventaglio).(via)
GELTRUDA (Mi sono ingannata. Ella amava il Barone, ed io la credeva accesa del signor Evaristo).
CONTE Se mi permette, vado a dare questa buona nuova al Barone, al mio caro amico, al mio caro collega.
GELTRUDA E dov'è il signor Barone?
CONTE Mi aspetta dallo speziale. Fate una cosa. Andate a casa; ed io ve lo conduco immediatamente.
CANDIDA Sì, parlerà con voi. (a Geltruda)
CANDIDA Mi rimetto a quello che farà la signora zia. (Morirò, ma morirò vendicata).
CONTE Vado subito. Aspettateci. Verremo da voi... Come l'ora è un poco avanzata non sarebbe male che gli offeriste di tenerlo a pranzo.
GELTRUDA Oh per la prima volta!
CONTE Eh queste sono delicatezze superflue. L'accetterà volentieri, mi impegno io, e per obbligarlo ci resterò ancor io. (parte, ed entra dallo speziale)
GELTRUDA Andiamo ad attenderli adunque. (a Candida)
CANDIDA Andiamo. (malenconica)
GELTRUDA Che cosa avete? Lo fate voi di buon animo? (a Candida)
CANDIDA Sì, di buon animo. (Ho data la mia parola, non vi è rimedio).
GELTRUDA (Povera fanciulla, la compatisco. In questi casi, (s'incammina verso il palazzino) malgrado l'amore, si sente sempre un poco di confusione). (come sopra)