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CANDIDA Signor Evaristo. (lo chiama)
EVARISTO (Eccola, eccola: son disperato).
GIANNINA Che diavolo! È finito il mondo per questo?
CANDIDA Signor Evaristo! (torna a chiamare)
EVARISTO Ah Candida mia dilettissima sono l'uomo più afflitto, più mortificato del mondo.
CANDIDA Eh che sì che il ventaglio non si può più avere?
GIANNINA (L'ha indovinata alla prima).
EVARISTO Quante combinazioni in mio danno! Sì pur troppo è la verità. Il ventaglio è smarrito, e non è possibile di ritrovarlo per ora. (a Candida)
EVARISTO Dove? dove? Se aveste qualche indizio per ritrovarlo...
GIANNINA Chi sa? Può essere che qualcheduno l'abbia trovato.
EVARISTO Sentiamo. (a Giannina)
CANDIDA Il ventaglio sarà nelle mani di quella, a cui lo avete donato, e non vuol renderlo, ed ha ragione.
GIANNINA Non è vero niente. (a Candida)
EVARISTO Vi giuro sull'onor mio...
CANDIDA Basta così. Il mio partito è preso. Mi meraviglio di voi che mi mettete a fronte di una villana. (via)
GIANNINA Cos'è questa villana? (alla terrazza)
EVARISTO Giuro al cielo, voi siete cagione della mia disperazione, della mia morte. (contro Giannina)
GIANNINA Ehi, ehi non fate la bestia.
EVARISTO Ella ha preso il suo partito. Io deggio prendere il mio. Aspetterò il mio rivale, l'attaccherò colla spada, o morirà l'indegno, o sagrificherò la mia vita... Per voi, per voi a questo duro cimento.
GIANNINA Oh è meglio che vada via. Ho paura che diventi matto. (va pian piano verso la casa)
EVARISTO Ma come! la passione mi opprime il core; mi manca il respiro. Non mi regge il piede; mi si abbagliano gli occhi. Misero me! chi m'aiuta? (si lascia cadere su una sedia del caffè, e si abbandona affatto)
GIANNINA (voltandosi lo vede cadere) Cos'è? cos'è? More povero diavolo! More, aiuto gente, ehi Moracchio! Ehi dal caffè!