Carlo Goldoni
Il ventaglio

ATTO TERZO

Scena Undicesima. Crespina dalla bottega della merciaia, e detti [poi Giannina]

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Scena Undicesima. Crespina dalla bottega della merciaia, e detti [poi Giannina]

 

CRESPINO (Oh, eccolo qui). Signore la riverisco. La signora Geltruda vorrebbe parlar con vossignoria. È qui in casa dalla merciaia, e la prega di darsi l'incomodo di andar colà che l'aspetta.

EVARISTO Dite alla signora Geltruda che sarò a ricevere i suoi comandi, che la supplico d'aspettar un momento, tanto ch'io vedo se viene una persona, che mi preme vedere, e verrò subito ad obbedirla.

CRESPINO Sarà servito. Come sta? Sta meglio?

EVARISTO Grazie al cielo sto meglio assai.

CRESPINO Me ne consolo infinitamente. E Giannina sta bene?

EVARISTO Io credo di sì.

CRESPINO È una buona ragazza Giannina.

EVARISTO Sì è vero; e so che vi ama teneramente.

CRESPINO L'amo anch'io, ma...

EVARISTO Ma che?

CRESPINO Mi hanno detto certe cose...

EVARISTO Vi hanno detto qualche cosa di me?

CRESPINO Per dir la verità, signor sì.

EVARISTO Amico io sono un galantuomo, e la vostra Giannina è onesta.

CRESPINO (Oh sì, lo credo anch'io. Non mancano mai delle male lingue).

CONTE (sulla porta della spezieria, che torna)

EVARISTO Oh andate dalla signora Geltruda, e ditele che vengo subito.(a Crespino)

CRESPINO Signor sì. (s'incammina) Son sicuro, non vi è pericolo, son sicuro. (passa vicino al Conte) Mi raccomando a lei per Giannina.

CONTE Fidatevi della mia protezione.

CRESPINO Non vedo l'ora. (entra da Susanna)

EVARISTO Ebbene, signor Conte?

CONTE Ecco il ventaglio. (lo fa vedere)

EVARISTO Oh, che piacere! Oh quanto vi sono obbligato! (lo prende con avidità)

CONTE Guardate se è il vostro?

EVARISTO Sì, è il mio senza altro. (vuol partire)

CONTE E la tabacchiera?

EVARISTO Non ne parliamo più. Vi son schiavo. (corre ed entra dalla merciaia)

CONTE Cosa vuol dire non conoscere le cose perfettamente! Io lo credevo un ventaglio ordinario, e costa tanto! Costa tanto, che merita il cambio d'una tabacchiera d'oro di questo prezzo! (piglia la tabacchiera) Evaristo non l'ha voluta indietro. Il Barone forse forse... non l'avrebbe voluta ricevere... Sì, è un poco disgustato veramente, ch'io gli abbia ridomandato il ventaglio, ma avendogli detto, ch'io lo presenterò in nome suo, si è un poco acquietato. Ne comprerò uno di tre, o quattro paoli, che farà la stessa figura.

CRESPINO (che torna dalla merciaia) Manco male che la mia commissione è poi andata assai bene. La signora Geltruda merita d'esser servita. Oh, signor Conte, adunque ella mi buone speranze?

CONTE Buonissime. Oggi è una giornata per me fortunata, e tutte le cose mi vanno bene.

CRESPINO Se gli andasse bene anche questa!

CONTE Sì, subito aspettate. Ehi Giannina.

GIANNINA (di casa) Signore, cosa vuole? Cosa pretende? (in collera)

CONTE Non tanta furia, non tanto caldo. Voglio farvi del bene, e maritarvi.

GIANNINA Io non ho bisogno di lei.

CRESPINO Sente? (al Conte)

CONTE Aspettate. (a Crespino) Voglio maritarvi a modo mio. (a Giannina)

GIANNINA Ed io gli dico di no.

CONTE E voglio darvi per marito Crespino.

GIANNINA Crespino? (contenta)

CONTE Ah! cosa dite? (a Giannina)

GIANNINA Signor sì, con tutta l'anima, con tutto il core.

CONTE Vedete l'effetto della mia protezione? (a Crespino)

CRESPINOsignore lo vedo.


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