Carlo Goldoni
Il ventaglio

ATTO TERZO

Scena Tredicesima. Coronato dall'osteria, e detti

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Scena Tredicesima. Coronato dall'osteria, e detti

 

CORONATO Chi mi chiama?

MORACCHIO Venite qui, vedete. Il signor Conte vuol che mia sorella si mariti.

CORONATO Signor Conte...(con smania)

CONTE Io sono un cavalier giusto, un protettor ragionevole, umano. Giannina non vi vuole, ed io non posso, non deggio, e non voglio usarle violenza.

GIANNINA Signor sì, voglio Crespino a dispetto di tutto il mondo.

CORONATO Cosa dite voi? (a Moracchio)

MORACCHIO Cosa dite voi? (a Coronato)

CORONATO Non me n'importa un fico. Chi non mi vuol, non mi merita.

GIANNINA Così va detto.

CONTE Ecco l'effetto della mia protezione. (a Crespino)

CORONATO Signor Conte ho mandato l'altro barile di vino.

CONTE Portatemi il conto, e vi pagherò. (dicendo così, tira fuori la scatola d'oro e prende tabacco)

CORONATO (Ha la scatola d'oro, mi pagherà). (via)

MORACCHIO Hai poi voluto fare a modo tuo. (a Giannina)

GIANNINA Mi par di sì.

MORACCHIO Se te ne pentirai sarà tuo danno.

CONTE Non se ne pentirà mai; avrà la mia protezione.

MORACCHIO Pane, pane, e non protezione. (entra in casa)

CONTE E così quando si faranno le vostre nozze?

CRESPINO Presto.

GIANNINA Anche subito.


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