Carlo Goldoni
L'incognita

ATTO SECONDO

SCENA SESTA

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SCENA SESTA

 

Eleonora sola.

 

ELEON. Povera Rosaura, ella è stata finora un giuoco della fortuna; ma spero che questa instabile deità, fissato il chiodo alla ruota, stanca sarà di perseguitare una sventurata innocente. Io sarò l’araldo felice dei suoi contenti. Per la brama di essere la prima a mirar col labbro ridente l’afflitta giovane, ho bene impiegato questo piccolo viaggio, il quale, tutto che non ecceda le dieci miglia, comodo certamente non mi è riuscito. (siede) Stanca sono, e la stanchezza al riposo m’invita. Se non torna Ridolfo, sola addormentarmi non deggio. Ma il sonno sempre più mi violenta. Oh Dio! Un momento solo di quiete. (s’addormenta)

 

 

 


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