Carlo Goldoni
L'incognita

ATTO SECONDO

SCENA OTTAVA

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SCENA OTTAVA

 

Ridolfo e detti.

 

RID. Chi è questo signore? (ad Eleonora)

ELEON. Egli è il signor Ottavio del Bagno.

RID. Oh signore, vi riverisco. Il cielo mi offre opportunamente l’occasione di conoscervi, in tempo che della vostra assistenza ho estrema necessità.

LEL. (Che diavolo sarà mai?) (da sé) Eccomi pronto a servirvi. Comandatemi.

RID. Contessa, la vostra infelice Rosaura è carcerata.

ELEON. Oimè, che sento!

LEL. Dov’è carcerata Rosaura?

RID. In queste carceri del governatore.

ELEON. Per quale cagione?

LEL. Io, io la libererò. (La fortuna mi offre l’occasione di farla mia). (da sé)

RID. Io ho saputo la cosa confusamente... Mi dicono che un certo Lelio... Vi è nessun che ci senta? (osservando la porta)

LEL. No, no, non vi è nessuno: parlate.

RID. Un certo Lelio bravone, impertinente... (si guarda intorno per paura)

LEL. (Ah vecchio disgraziato!) (da sé)

RID. Un figlio di un mercante, che inquieta il paese, che solleva il popolo, che vive di prepotenza. (guarda come sopra)

LEL. (Or ora lo bastono). (da sé)

RID. Costui ha tentato rapir Rosaura. Gli è sortito di farlo. Fu sorpreso con essa in questa istessa osteria, e la povera giovane è carcerata.

ELEON. E di quel temerario che cosa avvenne?

LEL. (Maledetta!) (da sé)

RID. Non lo so. I birri lo volean prendere, e dicono si difendesse; spero che l’averanno ucciso.

LEL. (Or ora non posso più trattenermi). (da sé, freme)

RID. Signore, vedo che voi fremete all’udire simili iniquità. Per amor del cielo, assisteteci, liberate quella povera sventurata, e se Lelio non fosse estinto, e se quell’indegno fosse tuttavia in Aversa, procurate che sia fatto arrestare, che sia punito, ed abbia quella pena che merita un assassino.

LEL. Ma voi parlate assai male.

RID. Poco dico a quel ch’egli merita. Perfido, scellerato.

LEL. Ah vecchio indegno! Sai tu con chi parli?

RID. Oimè!

LEL. Io son quel Lelio che tu maltratti, e se non fossi canuto, ti balzerei ai piedi la testa.

ELEON. Come! Non siete voi il finanziere?

LEL. Sono il diavolo che vi porti. Così si parla di me?

ELEON. E voi così trattate coi forestieri?

LEL. Giuro al cielo, non so chi mi tenga...

RID. Via, ammazzatemi. Io non mi difendo.

LEL. Vecchio temerario, insolente. (lo getta in terra, e parte)

RID. Oimè.

ELEON. Oh Dio! Alzatevi.

RID. È partito?

ELEON. Sì, è partito.

RID. Andiamo dal governatore. (parte)

ELEON. Quanti accidenti! Quante disgrazie! Oh cielo! Dove anderà a finire l’inviluppo di tali e tante avventure? (parte)

 

 

 


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