Carlo Goldoni
L'incognita

ATTO SECONDO

SCENA DICIASSETTESIMA

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SCENA DICIASSETTESIMA

 

Lelio con gente armata, e detti.

 

LEL. Allontanatevi quanti siete. (ferma Rosaura)

FLOR. Ah scellerato!

LEL. Uccidetelo, se si muove. Rosaura è in mio potere, e tu non isperare più di vederla. (a Florindo)

ROS. Padre, Florindo, raccomandatemi al cielo. (viene condotta via da Lelio e da uomini, due dei quali stanno con l’armi al petto di Florindo)

BEAT. Son contentissima. Perdono a Lelio l’insulto fatto alla mia casa, per veder fremere quell’ingrato. (parte)

RID. Oh vecchia età! Tu m’impedisci il seguirla. Numi del cielo, vi raccomando la sua innocenza. (parte) (Gli uomini lasciano Florindo, e partono)

FLOR. Perfidi scellerati, or mi lasciate? Or che non mi riuscirà d’arrivarla? Ma farò ogni sforzo per liberarla. Sì, a goccia a goccia spargerò il mio sangue, prima di abbandonare Rosaura. Perfido Lelio! Misero sventurato amor mio! (parte)



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