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Corallina in zendale, e detti.
PANC. Che fate a quest'ora fuori di casa?
COR. Ho premura di dirle una cosa.
PANC. E non potete aspettare a parlarmi a casa?
COR. Vorrei che mi restituiste i miei cento e cinquanta ducati.
PANC. Per qual ragione? Non vi pago il vostro pro puntuale?
COR. Compatitemi, non ve li lascio, se non mi date il dieci per cento.
PANC. Il dieci per cento? Con chi credete parlare? Chi vi ha posto in capo simile bestialità.
PANC. Chi è questo disperato, che vi vuol dare il dieci per cento?
COR. Non posso dirlo, signore.
FACC. Glielo dirò io: è il signor Giacinto, suo degnissimo figlio.
FACC. Signor sì, e tempo fa Corallina medesima ne ha dati a lui altri cento e cinquanta al medesimo prezzo.
PANC. Oh povero me! Sempre peggio.
COR. Come diavolo l'avete saputo? (a Faccenda)
PANC. Disgraziata! Vai a dar denari a mio figlio? Ancor tu per avarizia procuri il precipizio della mia casa? Ma senti, questa volta il male cade sopra di te. I tuoi denari li hai perduti: te li ha mangiati, pazza, senza cervello che sei. Tuo danno: maledetto interesse! Ed io misero ho da soffrire il danno e la vergogna! Ah figlio sciagurato! Maledetto giuoco! Questo me l'ha rovinato, me lo ha precipitato. (parte)