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Corallina col vino e bicchieri, e detti.
COR. Ecco serviti questi cavalieri. (con ironia)
FLOR. Avete il tirabusson? (a Lelio)
LEL. Sì, lo porto sempre addosso.
COR. Ognuno porta i ferri del suo mestiere.
COR. Eh, dico per servir dama. (con ironia)
COR. Vado, vado. (Dare a questa gente il vin di Canarie, è come dare i confetti ai porci). (da sé, parte)
LEL. Amico, tenete. Viva la nostra Contessina.
FLOR. Viva; prego il cielo che la renda un poco più contenta.
ROS. Obbligatissima alle vostre grazie.
LEL. Ehi amico, vi ricordate a cena di quegli scherzetti?
FLOR. Sì. E di quelle occhiate furtive? (bevendo)
LEL. Cose da crepar da ridere. (bevendo)
ROS. Parlate ora di mio marito?
LEL. E poi, tutto in un tempo, tanto di grugno.
LEL. Avete veduto mordersi le labbra?
FLOR. Sì, e ho anche sentito bestemmiare fra’ denti.
ROS. (Assolutamente parlano di mio marito). (da sé)
LEL. Oh che vino! Oh che vino!
FLOR. Non ho bevuto il meglio.
LEL. Da capo. (torna a empire i bicchierini)
ROS. Cari signori, vi supplico, per carità, se sapete qualche cosa di positivo, avvisatemi, perché mi possa regolare. Non temete ch’io parli. Son donna, ma so tacere.
LEL. Eh, non sono poi cose da farne stato. (bevendo)
FLOR. Un poco di parzialità. (bevendo)
LEL. Vi è della intrinsichezza, ma indifferente. (bevendo)
LEL. Amor platonico. (bevendo)
FLOR. Oh, oh, amor platonico! (ride e beve)