Carlo Goldoni
La moglie saggia

ATTO SECONDO

SCENA SEDICESIMA

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SCENA SEDICESIMA

 

Il conte Ottavio e detta.

 

OTT. Signora mia...

BEAT. Conte, in casa mia non ci venite più.

OTT. Come!...

BEAT. Non voglio più rimproveri da quell’impertinente di vostra moglie.

OTT. Indegna! N’è ella forse...

BEAT. Tant è, non ci venite più.

OTT. Ma ditemi...

BEAT. M’avete inteso.

OTT. Giuro al cielo, ascoltatemi. (con voce alta)

BEAT. Che cosa vorreste dire?

OTT. Voglio sapere che cosa ha detto Rosaura.

BEAT. Ha detto ch’io sono una scellerata, un’indegna, una ribalda, che seduce gli altrui mariti, che turba la pace delle famiglie.

OTT. E voi le avete lasciato dir tutte queste cose? Con tutta la vostra furia pare che vogliate conquassare il mondo, e poi vi lasciate strapazzare così?

BEAT. Ah! Non so che mi dire... Ha legato il discorso in una maniera, che solo dopo mi sono avveduta de’ suoi rimproveri.

OTT. Dunque non vi ha maltrattata così chiaramente.

BEAT. La sarebbe bella! Se avesse avuto tanto ardire, meschina lei.

OTT. Dunque chi sa? Può essere che non abbia inteso parlar di voi. Rosaura non è di tal costume.

BEAT. Sì, sì, difendete la moglie. Tenete da lei; andate al diavolo, non mi venite più d’intorno.

OTT. Eh via, signora...

BEAT. Sono risolutissima. La nostra amicizia è finita.

OTT. Ma io in che cosa ho mancato?

BEAT. Indegna! Son io che vi seduco? Chi vi chiama? Chi vi prega? Chi vi cerca?

OTT. E per causa di questa pazza mi discacciate da voi?

BEAT. Sì signore, andate a casa e ringraziatela.

OTT. Sì, la ringrazierò. (alterato)

BEAT. La ringrazierete di cuore?

OTT. La ringrazierò, la ringrazierò. (alterato)

BEAT. Come?

OTT. Lo sentirà quell’indegna, e se ne ricorderà per tutto il tempo di vita sua.

BEAT. Eh via! (schernendolo)

OTT. Non lo credete?

BEAT. Eh, che due carezze della moglie accomoderanno ogni cosa.

OTT. Delle sue carezze sono mesi che io non ne voglio. La batterò.

BEAT. Sì, acciò dica che l’avete battuta per causa mia.

OTT. La caccerò via.

BEAT. Peggio. Tutto il mondo contro di me.

OTT. Ma che ho da fare?

BEAT. Tralasciar di vedermi.

OTT. Ed avrete voi tanto cuore?

BEAT. Ah Conte! La mia riputazione vuole così.

OTT. Ah maladetta !

BEAT. Vostro danno; l’avete voluta.

OTT. Farò una risoluzione bestiale.

BEAT. No, no, allontanatevi da questa casa, e tutto anderà bene. Privatevi delle conversazioni, e tornerete ad amare la cara sposa.

OTT. Ah! voi sempre più m’inasprite. Se qui fosse colei, le caccerei questa spada nel petto... Basta... Il cielo mi tenga le mani. Sono fuor di me stesso.

BEAT. Passerà, passerà. (schernendolo)

OTT. Voi mi mettete al punto.

BEAT. Passerà, passerà. (come sopra)

OTT. Mi porti il diavolo, s’io non fo le vostre e le mie vendette. (parte)

BEAT. L’ira del Conte scema in parte la mia. Apprende con senso nobile l’ingiurie recatemi da sua moglie. Qualunque risentimento egli faccia, non dirà che da me stato sia suggerito, ma non potrò mirar che con giubilo mortificata e punita la mia nemica. (parte)



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