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A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR ANTONIO CONTARINI PATRIZIO VENETO
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A SUA ECCELLENZA
IL SIGNOR
Vostra Eccellenza mi ha onorato della sua protezione senza conoscermi, per certa compiacenza che le Opere mie le recavano, ed io ammiratore sono stato del di lei merito e della di lei Virtù, per quello che da più parti ragionarne intesi. Il Conte Orazio Arrighi Landini Fiorentino, Uomo di Lettere, mio caro amico, godendo egli la grazia e la protezione di V. E., mi ha procurato l'onore di essere io in persona a ringraziarla della benignità sua, e supplicarla a volermi di essa continovare gli effetti, congratulandomi io con me medesimo d'aver conosciuto più da vicino un Cavaliere, i di cui pregi sorpassano la fama che li decanta. Quai sieno questi, non è sì facile che io sappia dirlo, né d'uopo è che io lo dica in una Città, che conosce perfettamente l' E. V. e l'ammira, e pruove magnanime aspetta di quella Virtù, che in età verde ancora la fa risplendere.
Fortuna è nascere con quella docilità di animo e chiarezza di mente, che in lei si ammirano. Fortuna l'avere dinanzi agli occhi un esemplare vicino, che ecciti alle virtù. L'Eccellentissimo Signor Simeone Contarini Procurator di San Marco, Padre amorosissimo dell'E. V., è quel modello che a tutti gli uomini nobilmente nati può servire di regola, e molto più a quelli che sono nei gradi, e negli onori, e nei pesi della Repubblica iniziati; e quanto maggiore è l'attaccamento che per natura ha con esso lui l'E. V., tanto più forte nel di lei animo farà impressione l'esempio suo.
Principiò Egli a sagrificar se medesimo a pro della Patria nell'età verde ancora, e unendosi in lui perfettamente il genio ed il talento, militando ancor giovanetto nelle Provincie della Dalmazia e dell'Albania, nell'aspra guerra co' Turchi, sotto il comando del Serenissimo Doge Sebastian Mocenigo suo zio, gli fu da quello addossato l'onorevole carico di Luogotenente Generale, onde coraggiosamente condottosi agli assedi di Antivari e di Dulcigno, diè pruove tali del suo valore, e tanto mostrò coraggio, ancorché tinto del proprio sangue, per grave ferita sparso, che fu dall'ammirazione e dalla gratitudine dell'eccelsa Patria con estraordinario esempio Senatore eletto nell'anno vigesimoterzo dell'età sua. Ciò servì a lui di stimolo per maggiormente accendersi del vero amore di Cittadino, non risparmiando fatica a pro della Repubblica, e questa gareggiò sempre coi esso lui nel caricarlo di onori. Resse due volte la Città di Padova, ed una quella di Brescia. Provveditore alla Sanità in Dalmazia, assicurò ben presto la salute comune, estirpando affatto colà ogni contagioso malore. Alla Porta Ottomana, Bailo per la Repubblica Serenissima, quai prove non ha egli date del suo sapere e della sua ammirabile condotta? E alla suprema carica eletto di Provveditor Generale nella Terra Ferma, dopo aver conseguita la veste insigne Procuratoria, con qual zelo, con qual merito e con qual vigilanza non sostenne egli un tale onorevole peso?
Tutto ciò basta per ravvisare quali e quante sieno le di lui virtù, perché senza di esse né si merita tanto, né tanto si conseguisce. Che però, torno a ripetere con fondamento, che un esemplare sì grande, sì interessante,. e sì prossimo all'E. V., non può che animarla ad operare e a risplendere, additandole quel sentiero, per cui a tanta gloria si arriva. Bella felicitò di un Genitore magnanimo, mirar sì ben disposti ad imitarlo i figli suoi, e certamente l'E. V. forma la di lui maggiore speranza e la più perfetta consolazione. Di questa a parte sono gli amici e ì servidori tutti della di lei Eccellentissima Casa, ed io che mi lusingo di essere nel numero di questi ultimi, riconosco nell'E. V. un mio amorosissimo Protettore.
La fiducia che io ho nella di lei benignissima protezione, mi anima ad offerirle un miserabile parto della mia penna, ponendo in fronte a questa Commedia mia il venerabilissimo nome dell'E. V., gloria per me essendo che un tanto onore mi si conceda, siccome quello di potermi qui sottoscrivere con venerazione ed ossequio
Di V. E.
Umiliss. Divotiss. ed Obbligatiss. Serv.