Carlo Goldoni
I puntigli domestici

ATTO TERZO

SCENA DICIASSETTESIMA

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SCENA DICIASSETTESIMA

 

Pantalone ed Ottavio sulla porta, e detti.

 

PANT. Vôi che godemo una bella scena. (piano ad Ottavio)

COR. Guardate! chi l'avesse mai detto, che per causa nostra i padroni avessero da diventar nemici?

BRIGH. Mi ho raccontà al padron quel che avì dit vu che dise de lu la padrona, e l'è andà in bestia.

COR. E sì, se vi ho da dire la verità, la padrona non ha detto tutto quello che ho detto io.

BRIGH. Gnanca el me padron nol parla mal della siora contessa. Ma quel che ho dito, l'ho dito per farve rabbia a vu, che defendevi la vostra padrona.

COR. E quando ho trovata l'invenzione dei vasi dei garofani?

BRIGH. Vardè, andarghe a dir che el padron li aveva rotti per dispetto!

COR. Io sono stata, che le ha suggerito di portare il quadro in camera.

BRIGH. E mi ho suggerì al padron de sfondarlo.

COR. Oh, questa è da ridere! Fanno tutto quello che vogliamo noi.

BRIGH. Ma no bisogna tirar avanti. Se i ne scoverze, poveretti nu!

PANT. (Senza pianelle va via per la porta di mezzo, correndo)

COR. E il matrimonio della contessina? Io l'ho fatto fare e l'ho fatto disfare.

BRIGH. E adesso mo cossa sarà?

COR. Sia quello che esser si voglia, non me ne importa.

BRIGH. Volì pur tanto ben alla vostra padrona.

COR. Oh, noi altri servitori e serve amiamo i nostri padroni per interesse.

BRIGH. E sì in sta casa gh'è poco da far ben.

COR. È vero. Tutte spilorcie.

BRIGH. Zente rabbiosa.

COR. Fastidiosissima.

 

 

 


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