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Rosina e le tre Scolare, come sopra.
ROS. |
Gli occhi e le dita, di penar non temo. Sì, lo voglio, lo voglio, e lo vedremo. A porre un ferro immantinente al foco. (parla ad una Scolara) Io voglio il mio Giannino; e se dovessi Vivere in povertà, sotto un bastone, Dirò quello che dice la canzone:
Magna de questo. Tante l'ha fatta E l'ho volesta Far anca mi.
(Ritorna la Scolara, ch'era partita, a parlare all'orecchio di Rosina) Vuol venirmi a parlar? Dov'è mio padre? È partito? Ci ho gusto. (la Scolara risponde piano) Digli che venga pur. Tu scalda il ferro, Guarda che caldo sia quand'io lo bramo; Ma di qua non tornar, se non ti chiamo. (parla alla Scolara) Vammi a comprar del refe e della seta. Digli, per non mandare ogni momento, Che ti dia di colori un sortimento. (la Scolara parte) Vuol ch'io vada a provarle il suo vestito, Poiché poco vi manca a esser finito. (la Scolara parte) |