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Florindo e Rosaura ammantata di casa del Dottore, e detti.
GER. Ah disgraziata!
FLOR. (Siamo scoperti). (si stacca da Rosaura)
GER. Ti ho pur scoperta, ipocrita scellerata.
FLOR. Maladetto maestro. Meglio è che mi ritiri. (parte)
OTT. (Col bastone getta di mano la lanterna al Dottore)
GER. Oimè! Chi mi ha spento il lume? (si raggira per la scena)
OTT. (Venite con me, e non temete). (piano a Rosaura)
ROS. (Chi siete voi?) (piano ad Ottavio)
OTT. (Sono Ottavio, che vi condurrà da Florindo). (piano a Rosaura)
ROS. (Tutto si faccia, fuor che ritornar da mio padre).
GER. Signor Ottavio! Dove sono? Non sento più alcuno. Tutti sono iti via? Che cosa mai ciò vuol dire? Che cosa ho da credere? Che cosa ho da pensare? Rosaura sarà ella tornata in casa, o sarà fuggita con quell'indegno? Anderò prima a vedere in casa, e se non vi è, la cercherò, la farò ricercare, la troverò, la castigherò. Povero padre, povero onore, povera la mia famiglia! Maladettissima ipocrisia! (cerca la casa, ed entra)