Carlo Goldoni
Il padre di famiglia

ATTO TERZO

SCENA QUATTORDICESIMA

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SCENA QUATTORDICESIMA

 

Luogo remoto. Notte con luna.

 

Ottavio e Rosaura

 

ROS. Ma dov'è il signor Florindo? Ancor non l'abbiamo trovato.

OTT. Vi preme tanto ritrovare il signor Florindo?

ROS. Se mi preme? giudicatelo voi.

OTT. Ma da che nasce la vostra premura? Dall'amore?

ROS. Dall'amore, dal pericolo in cui sono, dalla speranza di riparare col matrimonio le perdite del mio decoro.

OTT. Per riparare al vostro decoro vi sarebbe qualche altro rimedio, senza ritrovare il signor Florindo.

ROS. E quale?

OTT. Un altro matrimonio.

ROS. Con chi?

OTT. Con un vostro servo.

ROS. Con voi?

OTT. Sì, carina, con me.

ROS. Per amor del cielo, ritroviamo il signor Florindo.

OTT. Mi sprezzate? non mi volete? È vero, sono un poco avanzato nell'età, non son ricco, ma son un uomo dabbene, e questo vi dovrebbe bastare.

ROS. Eh! Signor Ottavio, ci conosciamo. Date ad intendere di essere un uomo dabbene ai creduli, non a me che ne so quanto voi.

OTT. Dunque se ne sapete quanto me, il nostro sarà un ottimo matrimonio.

ROS. Morir piuttosto che divenir vostra moglie.

OTT. Vi placherete.

 

 

 


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