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ELEON. Eccomi qui.
GER. Tua sorella desidera salutarti.
ELEON. Eh! sorella carissima, non è più tempo di collo torto.
ELEON. Abbiatene voi, che ne avete più bisogno di me.
ELEON. Ed io resto nella mia casa.
ROS. Vado a viver con maggior cautela.
ELEON. Ed io continuerò a viver come faceva.
ROS. In casa di mia zia, chi ha giudizio, vive assai bene.
ELEON. Chi ha giudizio, vive bene anche in casa propria.
ROS. Ma non bisogna praticar nessuno.
ELEON. Le pratiche fanno male per tutto.
ROS. Signor Florindo... Posso salutare il mio sposo? (a Pancrazio)
PANC. Oh! signora sì. Lo saluti pure.
ROS. Ah! che sposalizio infelice! (parte con uomini armati)
PANC. Sbrigatevi, voi, che la nave v'aspetta. (a Florindo)
PANC. Non v'è né padre, né madre. Andate a bordo, che vi manderò il vostro bisogno.
FLOR. Pazienza! Maladetti vizi. Maladetto il maestro, che me li ha insegnati. Ah mia madre, che me li ha comportati! Ella è cagione della mia rovina.