Carlo Goldoni
Il vero amico

A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR VENCESLAO DEL SACRO ROMANO IMPERO CONTE DI PURGSTALL BARONE DI KRUPP, SIGNORE DI GRADE, TREUENTHURN, RIEGGERPURG, OBER MAUERHOFEN, HAINFELD E DRAKOVIA, DI SUA CESAREA E REAL MAESTÀ CAMERIERE DELLA CHIAVE D’ORO ecc.

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A SUA ECCELLENZA IL SIGNOR

VENCESLAO

DEL SACRO ROMANO IMPERO

CONTE DI PURGSTALL

BARONE DI KRUPP, SIGNORE DI GRADE,

TREUENTHURN, RIEGGERPURG, OBER

MAUERHOFEN, HAINFELD E DRAKOVIA,

DI SUA CESAREA E REAL MAESTÀ

CAMERIERE DELLA CHIAVE D’ORO ecc.

 

Che le Commedie mie abbiano avuto un grato accoglimento daglItaliani, l’ho attribuito al zelo che hanno concepito; per il decaduto nostro Teatro; e in grazia del genio mio, che per il comune compiacimento ed onore a faticar mi ha spronato, perdonate ho giudicato mi sieno tutte quelle mancanze che nelle Opere mie, per difetto di miglior cognizione, pur troppo ho lasciato correre. Non ho sperato che egual fortuna sortir potessero fra le Nazioni straniere, poiché consistendo più nel dialogo che nell’intreccio la forza, qualunque siasi, delle Commedie, è necessaria una perfetta cognizione de’ termini, de’ sali, delle sentenze e dei costumi di quel paese, per cui sono state scritte principalmente. So che in Vienna sono state alcune di esse, e non poche, in lingua Tedesca tradotte e rappresentate, e hanno avuto la sorte di essere anche colà compatite; ma il valentissimo Traduttore avrà dato loro quella grazia che le potea far piacere, e le avrà migliorate, e ai frizzi nostri italiani avrà quelli sostituiti, che grate potevan renderle ad una assai colta ed erudita Nazione.

L’Eccellenza Vostra per altro non ha bisogno di traduzione per intenderle perfettamente, poiché istruito nelle varie lingue e ne’ costumi vari d’Europa, e d’uno spirito perspicacissimo provveduta, può giudicare con fondamento delle Opere degli stranieri, e delle mie formare la giusta critica ed il perfetto giudizio. Ella però è troppo in mio favor prevenuta, poiché sino dal primo tempo delle mie produzioni ha mostrato desiderio d’averle, e mi ha fatto a mia consolazione di tale compiacimento sicuro. La propensione di un Cavaliere che, anche lontano, proteggeva le Opere mie, mi ha invogliato di conoscere il di lui carattere ed i pregi suoi, e si è moltiplicata in me la consolazione, allorché rilevai essere l’E. V. uno de’ più ragguardevoli Soggetti della Germania, ed uno de’ più felici talenti che onorino cotesta parte felicissima d’Europa.

Per l’antichità, per gli onori, a niuna cede la vostra illustre rinomata , Nobile originaria di Praga, ove tuttavia un ramo di essa gloriosamente sussiste, fecondissima di Soggetti cospicui sì nell’Armi, che nelle Lettere e ne’ Governi, e la Repubblica Serenissima di Venezia grata memoria conserva ancora di uno de’ vostri Progenitori, che in suo servigio morì fra l’armi, ed è rimarcabile quell’attestato di gratitudine, che ai di lui Congiunti mostrò il Senato in una Lettera, che fra le preziose cose della vostra Casa con gelosia conservate; e il vostro invittissimo Genitore, di gloriosa memoria, Intimo Consigliere di Stato, Maresciallo di Corte nell’Austria inferiore e Gran Capitano del Principato e Contea di Gorizia, ha eroicamente accresciuti i meriti ed i fregi di così illustre Famiglia, ed in Voi trasfuse le più belle Virtù che possano rendere un Cavaliere degno di venerazione e d’amore.

Infatti l’E. V. è l’oggetto della più rispettosa ammirazione della Città cospicua di Gratz, ove magnificamente soggiorna. Il vostro Palazzo è l’ospizio de’ Personaggi più illustri, de’ Principi più rinomati, de’ Generali più valorosi che di passano, i quali trovando in Voi, oltre la più generosa ospitalità, un’erudita, amena e coltissima conversazione, fanno delizia loro il conoscervi e l’ammirarvi. Grande Voi siete per le Ricchezze vostre, per i Feudi che possedete, fra’ quali rimarcabile è certamente quello della Fortezza Rieggerpurg, pregiatissima per l’Arsenale, artiglieria e fortificazioni, che la rendono l’antemurale nella Provincia importantissima della Stiria. Ma grande assai più vi rendono le adorabili vostre Virtù, la prontezza di spirito, l’amor delle Lettere, la dolcezza del tratto, e l’animo generoso e sincero, coronate con ammirabile gentilezza da una esemplare modestia, nemica delle lodi e del fasto.

Ma io dunque vi avrò dispiaciuto, parlando anche scarsamente de’ pregi vostri, se di questi l’ostentazione aborrite. Chiedovi umilmente perdono, e pregovi considerare che non potea dispensarmene, nell’occasione di far conoscere al mondo qual Protettore abbiano le mie Commedie, per gloria mia e consolazione de’ miei amici medesimi. Anzi a maggior fregio tendono le mie mire: ad ottenere cioè da Voi la benignissima permissione di potere alla protezione vostra una Commedia mia precisamente dirigere e raccomandare. Questa è il Vero amico, la quale sarà forse con allegro viso più di qualunque altra dall’E. V. accolta, e del favore vostro onorata, poiché di perfetta amicizia copari vostri e d’amore benefico coglinferiori Voi vi pregiate.

Troverete l’Eroe Protagonista trionfatore della più violenta passione in grazia dell’amicizia, facendo ad una così rara Virtù il sagrificio del cuore; ma se parve a taluno sorprendente e difficile un tal carattere, a Voi giustissimo e familiare riuscirà certamente, poiché le Virtù robuste dell’animo vi rendono d’altrettanto e di più ancora capace. Queste faranno altresì che l’E. V. gradisca benignamente l’umile offerta che ardisco di presentarle, e spero mi concederà l’alto onore ch’io possa gloriarmi di essere, quale con profondissimo ossequio mi sottoscrivo,

Di V. E.

 

Umiliss. Divotiss. ed Obbligatiss. Serv.

Carlo Goldoni


 


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