Carlo Goldoni
Il vero amico

ATTO TERZO

SCENA QUARTA

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SCENA QUARTA

 

Lelio e detto.

 

OTT. Aiuto, il diavolo.

LEL. Che cosa avete, signor Ottavio?

OTT. Oimè, non posso più.

LEL. Che cosa è stato?

OTT. Che cosa volete qui?

LEL. Veniva per parlarvi.

OTT. Andate via; qui non ricevo nessuno.

LEL. Vi dico due parole, e me ne vado.

OTT. Presto... Non posso più.

LEL. Ma che avete?

OTT. Ho avuto paura.

LEL. Di che?

OTT. Non lo so.

LEL. Andate a prender qualche ristoro.

OTT. In casa non ho niente.

LEL. Fatevi cavar sangue.

OTT. Non ho danari da pagare il cerusico.

LEL. Bevete dell’acqua.

OTT. Sì, andiamo.

LEL. Andate, ch’io vi aspetto qui.

OTT. Signor no; venite ancor voi.

LEL. Vi ho da parlare in segreto.

OTT. Via, parlate.

LEL. Andate a bever l’acqua.

OTT. Sto meglio un poco; parlate.

LEL. Manco male. Io, come sapete, sono in parola di sposar vostra figlia.

OTT. Oimè! Acqua: non posso più.

LEL. Ma a concludere queste nozze ci vedo molte difficoltà. Andate a bevere, poi parleremo.

OTT. Mi passa, mi passa, parlate.

LEL. Voi le dovreste dare la dote.

OTT. Acqua, acqua, che mi sento morire.

LEL. Una parola, ed ho finito. Ho sentito dire dalla signora Rosaura, che denaro voi non ne avete.

OTT. Pur troppo è la verità.

LEL. Dunque andate a bevere, poi parleremo.

OTT. Mi passa. Terminiamo il discorso.

LEL. Volete maritar la figlia senza la dote?

OTT. Bene, io non la mariterò.

LEL. E l’impegno che avete meco?

OTT. Se poi la volete per impegno, prendetela, ma senza dote.

LEL. Sposarla senza dote? (alterato)

OTT. Se non volete, lasciate stare.

LEL. Non mi sarei creduto una cosa simile. (passeggia verso il letto)

OTT. Dove andate? La porta è qui.

LEL. Dovrò abbandonar la signora Rosaura? (come sopra)

OTT. Ma io non posso più.

LEL. Giuro al cielo! O sposarla senza dote, o lasciarla?

OTT. Una delle due.

LEL. O rovinar la mia casa, o privarmi d’una giovine che tanto amo?

OTT. Avete finito di passeggiare?

LEL. Oimè! Mi vien caldo.

OTT. Dove andate?

LEL. Lasciatemi sedere un poco. (siede sul letto)

OTT. (Oh povero me! Lo scrigno). (da sé)

LEL. Ma no. (s’alza)

OTT. (Manco male). (da sé)

LEL. Parlerò con Florindo.

OTT. Signor sì.

LEL. Qualche cosa risolverò. (parte)

OTT. È andato via? Addio, scrigno, addio, caro. Vado e torno. Ti lascio il cuore. (parte)

 

 

 


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