Carlo Goldoni
Il vero amico

ATTO TERZO

SCENA SEDICESIMA

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SCENA SEDICESIMA

 

Rosaura, Lelio e detti.

 

LEL. Signor Florindo, ecco la vostra sposa. Voi siete degno di lei; ella è degna di voi. Confesso che con qualche pena ve la rinuncio, ma son costretto a farlo. Sposatela dunque, ed io per non soffrire maggior tormento, me n’anderò.

FLOR. Fermatevi: dove andate?

LEL. Vado a disingannare mia zia, che tuttavia andrà lusingandosi di esser vostra.

FLOR. Poverina, mi fa pietà.

LEL. Sì, ella ed io siamo due persone infelici, che esigono compassione e pietà. (parte)

 

 

 


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