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SCENA PRIMA
Il marchese Ottavio in veste da camera al tavolino scrivendo
e la marchesa Beatrice in abito di gala.
OTT. Sì signora, v’ho inteso; lasciatemi scrivere questa lettera.
BEAT. Questa sera vi è la conversazione in casa della Contessa.
OTT. Ho piacere. Amico carissimo. (scrivendo)
BEAT. Spero che verrete anche voi.
OTT. Non posso. Se non ho risposto alla vostra lettera...
BEAT. Ma a casa chi mi accompagnerà?
OTT. Manderò la gondola. Vi prego perdonarmi, perché...
BEAT. E volete ch’io torni a casa sola?
OTT. Fatevi accompagnare. Vi prego perdonarmi, perché gli affari miei...
BEAT. Ma da chi mi ho da far accompagnare?
OTT. Dal diavolo che vi porti. Gli affari miei me l’hanno impedito.
BEAT. Andate là, marito mio, siete una gran bestia.
OTT. Per altro non ho mancato di servirvi...
BEAT. Con voi non posso più vivere.
OTT. E voi crepate. Ho parlato al consaputo mercante...
OTT. E mi ha assicurato, che quanto prima...
BEAT. Quanto prima me n’andrei da questa casa.
OTT. Oh volesse il cielo! Quanto prima vi manderà la stoffa...
BEAT. Questa è una commissione di qualche dama.
BEAT. Fareste meglio a provvederla per me quella stoffa, che ne ho bisogno.
OTT. Cara signora marchesa, favorisca d’andarsene.
BEAT. Meritereste d’aver una moglie come dico io...
OTT. Peggio di voi non la troverei mai. (scrive)
BEAT. Poter del mondo! Che potete dire di me?
OTT. Andate andate, fatemi questo servizio.
BEAT. È nota la mia prudenza...
BEAT. Si sa la mia delicatezza.